🗣️ In un talk tenuto a Parigi nel 2018 al DARIAH Annual Event on Open Science, Jon Tennant (paleontologo inglese impegnatosi per anni come open science advocate e tragicamente scomparso nel 2020) ha fornito una definizione sintetica ma efficace di cosa sia la scienza aperta.
When we talk about what open science is, it really is just better science.
And the opposite of open science is just bad science
❓Cosa significa che il contrario della scienza aperta non è la scienza chiusa ma una cattiva scienza o, per dirla meglio, una non-scienza?
🔬Le parole di Tennant invitano a riflettere su cosa sia la ricerca scientifica e, soprattutto, su quale sia il suo vero fine. Fare scienza significa provare ad offrire all’umanità una conoscenza migliore di come è fatto il mondo in cui viviamo, macro e microscopicamente; di come funzionano il nostro organismo, i nostri pensieri e quello che proviamo; di come è possibile regolare la nostra vita di comunità.
👥 👥 Per questo la scienza non può essere una impresa individuale: troppo complessa per portarla avanti da soli e troppo preziosa per esser fatta nell’interesse di pochi. La scienza, se è veramente scienza, è aperta: perché, tutti quelli che hanno competenze devono poter contribuire collaborando e i risultati devono essere accessibili e utili per tutti.
🤔 Come si fa scienza aperta? Con quali strumenti? E perché gli umanisti dovrebbero essere i primi a farla?
🎓 Ne parliamo venerdì 15 marzo e martedì 19 marzo nelle lezioni del corso “Scienza aperta e Humanities” tenuto da Armando Bisogno e offerto da Learning Humanities.
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