🟣🎙️ A luglio esce un podcast youmanistico!
📊 🔜 Ma prima... è tempo di bilanci e riflessioni sul futuro
📆 180 giorni di Youmanities
📊 Perché le Humanities?
Periodicamente, e spesso in concomitanza con alcuni appuntamenti ‘rituali’ come gli esami di maturità, ritorna la domanda sulla utilità e il senso degli studi umanistici, tanto in ambito scolastico che nel segmento universitario. Ci si chiede cioè a cosa serva studiare il latino e il greco, la storia dell’arte o la storia tout court e, soprattutto, se non sarebbe meglio investire risorse e tempo nell’approfondimento della materie ‘scientifiche’ (STEM), che invece latitano nella nostra formazione.
Negli ultimi 180 giorni abbiamo provato a riflettere su questa domanda nei tanti appuntamenti del nostro progetto Youmanities.
Oggi ti raccontiamo cosa abbiamo capito.
📊 Le Humanities come modello di ricerca condivisa: la scienza aperta
Il fine della ricerca scientifica è l'ampliamento, in estensione e profondità, delle conoscenze dell'umanità in un certo ambito del sapere.
La parola chiave di questa definizione è 'umanità'. Chi fa ricerca non la fa per sé, per la sua Università o per il suo paese. La fa per tutti. Per questo Jon Tennant ha affermato che il contrario della scienza aperta non è la scienza chiusa ma la bad science. Fare scienza aperta, condividere cioè con la comunità scientifica la propria ricerca passo per passo e non solo a risultati ottenuti, non è una opzione; è l'unico modo per realizzare quella missione 'umanistica' della scienza di cui abbiamo parlato.
In questo le Humanities possono essere un modello. La ricerca umanistica non produce utili, non realizza brevetti, non deve difendere proprietà intellettuali redditizie. Può essere aperta perché lo è per sua natura: libera, disinteressata, dedita a contenuti che sono naturalmente di tutti perché nessuno può vantare diritti esclusivi su Platone o su Caravaggio.
In questi 180 giorni abbiamo provato a raccontare come e perché la ricerca umanistica deve essere aperta e diventare, in ciò, un modello. Lo abbiamo fatto con un corso gratuito online, con un manuale disponibile per il download e con una newsletter quindicinale.
🔜 I prossimi step?
Condividere con costanza in modalità aperta i nostri prodotti della ricerca e accompagnare a questa modalità di lavoro le comunità scientifiche con le quali ci confrontiamo.
📊 Le Humanities come modello di sapere condiviso: la scienza pubblica
La ricerca scientifica non è democratica.
Non si decidono gli esiti di un esperimento o di una indagine con un sondaggio che coinvolga anche chi non ha competenze. Questo però non significa che i risultati di quelle ricerche non siano di interesse di tutti.
La scienza pubblica ha proprio questo obiettivo: invitare chi fa ricerca a condividere i suoi risultati con il pubblico che non ha competenze.
Anche in questo caso, le Humanities possono essere un modello. Cosa fa la ricerca umanistica se non tentare di comprendere meglio motivazioni, aspirazioni, riflessioni, obiettivi, linguaggi di esseri umani che hanno manifestato se stessi nei prodotti che oggi chiamiamo ‘umanistici’? E cosa c’è di più ‘public’, e cioè universale e valido per tutti, di questo patrimonio di pensieri e progetti?
In questi 180 giorni abbiamo provato a portare fuori dalle aule universitarie i risultati della nostre ricerche. Abbiamo parlato di filosofia a teatro, nelle associazioni (prima a proposito di fede, poi di libertà), con scuole e docenti, nelle gallerie d’arte (a Solofra e a Salerno) e nelle biblioteche e in ogni occasione abbiamo trovato conferma di un’idea semplice ma rivoluzionaria: il sapere è tale solo se è condiviso.
🔜 I prossimi step?
Rafforzare le relazioni con le comunità che abbiamo incontrato e ci hanno ospitato e dare vita a nuove connessioni e occasioni di condivisione.
Intanto, sei ancora in tempo per partecipare agli ultimi due appuntamenti che abbiamo in programma prima della pausa estiva: oggi alle 19.00, presso il Teatro Ghirelli di Salerno, parleremo di globalizzazione durante un nuovo incontro di ‘Letture in dialogo’, il ciclo organizzato da Filosofia al Presente in collaborazione con Casa del Contemporaneo (qui trovi tutte le informazioni); il 24 giugno, invece, presso l’arboreto dell’Università di Salerno, il Laboratorio filosofico di Filosofia al Presente (in collaborazione con Link Filosofia) inaugurerà l’iniziativa Filosofi in erba discutendo di due testi: 𝘖𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘶𝘨𝘶𝘢𝘨𝘭𝘪𝘢𝘯𝘻𝘢 di J. Rousseau e 𝘓𝘢 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘵𝘵𝘶𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘴𝘤𝘪𝘦𝘯𝘵𝘪𝘧𝘪𝘤𝘩𝘦 di T. Kuhn (qui tutti i dettagli). L’ingresso è sempre libero.
🎙️⛱️ A luglio esce un podcast ‘youmanistico’!
In questi 180 giorni abbiamo capito, proprio grazie a queste esperienze ‘umanistiche’, che per noi sono ‘youmanistiche’ tutte le competenze che vengono condivise con le comunità scientifiche o con il pubblico; sono youmanistiche perché si rivolgono a un ‘tu’, perché dialogano, si confrontano, formano e vengono formate nello scambio di opinioni.
Da qui, da quello che abbiamo imparato nasce il 5 luglio un nuovo progetto: un podcast di Armando Bisogno dedicato alle parole scelte, alle parole che ci raccontano. Parole di chi scrive romanzi, di chi fa divulgazione scientifica, di chi si occupa di patrimonio culturale. Parole ‘youmanistiche’ perché pensate per ricordarci cosa significa essere esseri umani.
La nostra newsletter va in vacanza fino a settembre, ma proviamo a farti compagnia a luglio, per quattro settimane, con un episodio a settimana del podcast.
Quattro consigli di lettura per l’estate; quattro spunti da sviluppare assieme a settembre.
Stay tuned! 💜
Nel frattempo… puoi raggiungerci qui:
🔵Facebook: Youmanities
⚪Instagram: youmanities_it
🔴YouTube: Youmanities - Open Science & Public Science
🟣Sito Web: https://www.youmanities.com/
🟡Newsletter dedicata alla scienza aperta: